sabato 27 agosto 2016

I Tarocchi - La Voce dell'Inconscio: Carta XII L'Appeso

Arcani Maggiori - L'Appeso



Un modo per comprendere come funzionano i Tarocchi è di vederli come simboli di Archetipi Universali che esistono nella mente inconscia di tutti e quindi nell’inconscio collettivo. Le carte pongono i riflettori su alcuni archetipi piuttosto che su altri, poiché essi sono particolarmente attivi nella psiche e nella vita di chi consulta le carte in quel momento o periodo.



Non si tratta, quindi, di leggere nelle carte un destino ineluttabile, bensì di scegliere con più saggezza e capire ed esplorare sé stessi in profondità.

 

IL MODO MIGLIORE PER PREVEDERE IL FUTURO è CREARSELO!



Comprendendo meglio la nostra situazione attuale, potremo in teoria dirigere al meglio gli eventi futuri che risultano dalle nostre decisioni più sagge che possiamo prendere oggi con riflessività e con l’aiuto delle carte. La prevedibilità delle nostre azioni e reazioni è solo direttamente proporzionale alla nostra mancanza di consapevolezza, di autoanalisi e di riflessione. 


I Tarocchi,  essendo la voce del nostro Inconscio e Superconscio, non servono tanto a predire il futuro, quanto ad aiutarci a capire noi stessi e il libro da cui sono tratti gli articoli che pubblicherò per i prossimi post (link sotto) ne illustra usi e funzioni.



Ma prima di procedere, è opportuno esplorare una lecita domanda.

Quando è opportuno usare i Tarocchi per sé stessi? Per trovare una risposta a domande dirette e non troppo emotive, per comprendere aspetti di una situazione che ci sfuggono, per crescere o imparare a considerare altri punti di vista o altri percorsi e modi di agire.


Chiarito ciò, procediamo con la conoscenza degli Arcani Maggiori, in questo post conoscendo la carta numero 12, la carta dell'Appeso, la dodicesima tappa del nostro eroe/viandante che affronta gli archetipi in questione, intraprendendo il suo viaggio coraggioso attraverso tutte le tappe dei 22 Arcani Maggiori e quindi illustrando le sue fasi di crescita.


Carta 12: L’Appeso o L’Impiccato. La figura sulla carta che con

grande serenità contempla l’Universo anche se è appeso al 

contrario, sembra aver abbandonato la mondanità e il conformismo

per cercare altri modi di vedere le cose e un significato spirituale. A

volte legato a questa carta sembra esserci uno spirito di sacrificio, 

ma quasi sempre è volontario e quasi sempre dietro a ciò esiste una 

ricerca di altre prospettive, oppure il desiderio di lasciarsi andare e 

farsi guidare dal cosmo attraverso la rinuncia ai dettami e ai tempi 

dell’ego per seguire quelli del Sé Superiore. Si impara a vivere 

fuori dal coro e a sentire e seguire la propria guida interiore. E’ al 

mistico ed illusorio Nettuno che è associata questa carta.


Le illustrazioni qui usate derivano dal mazzo più popolare, venduto e diffuso di tutti i tempi, cioè il mazzo Rider Waite Smith. Link per visionare ed eventualmente acquistare questo ed altri mazzi di Tarocchi si trovano alla pagina preposta di questo stesso blog a questo link: 





CARTA XII L'IMPICCATO/L'APPESO




A  questo punto, il Matto inizia il suo viaggio nell’oltretomba per esplorare i reami della sua mente inconscia. Una volta, nell’Europa Medioevale, il destino di essere appesi a testa in giù era una punizione riservata a coloro che avevano contratto debiti. L’Appeso ha contratto un debito con la vita – in teoria, la vita è un dono di Dio e come la viviamo è il nostro dono a Dio; dovremmo lasciare il mondo un luogo migliore di come lo abbiamo trovato, ma cosa stiamo facendo affinché ciò accada? Questa è una domanda che l’Appeso ci invita a farci.

L’Appeso è in uno stato autoimposto di sottomissione, un atto di resa alla guida spirituale interiore, ad una forza divina, e attende pazientemente. Il significato essenziale di questa carta indica un sacrificio, una resa volontaria di qualcosa per ottenere qualcosa di più grande valore. Nei miti Greci Prometeo il Titano creò l’umanità, ma soffrì delle pene atroci essendo stato punito per aver rubato il fuoco divino da donare alle sue creature. 

Nel mito Teutonico, il dio Odino si sacrificò volontariamente rimanendo appeso all’albero del mondo per nove giorni e nove notti per ottenere un ringiovanimento e una rinascita. Nessuno gli offrì cibo e abbeveraggi, ma rimanendo appeso egli iniziò a guardarsi in giro e a notare sulle pietre sottostanti dei caratteri incisi, le rune, che avevano significati e poteri magici. Con sforzi sovraumani egli riuscì a cogliere una runa e fu così immediatamente liberato grazie al suo potere magico. Non solo fu liberato, ma ottenne anche rinvigorimento e ringiovanimento, come premio per il suo sacrificio volontario.

A questo punto del suo viaggio, il Matto comprende che la conoscenza di ciò che ha dentro è anche più importante della conoscenza di ciò che lo circonda. Questa carta rappresenta il punto di svolta nella vita di un individuo in cui le forze dell’inconscio fanno sentire il loro peso e vanno comprese ed interpretate. 

A tale scopo, occorre sacrificare il controllo consapevole del proprio ego, arrendendosi volontariamente ai territori sconosciuti del proprio mondo interiore. La decisione di iniziare a guardarsi dentro e dedicare tempo e sforzi a questo scopo deve essere una decisione volontaria e non forzata, nella quale la mente conscia sacrifica dello spazio da dedicare alla vita dell’inconscio. Ciò può fare paura poiché dopotutto si tratta di un viaggio nell’Averno, nell’Ade sconosciuto della propria dimensione inconscia. Quindi il Matto si trova di nuovo a correre rischi – il suo viaggio è iniziato correndo il rischio di ricominciare tutto daccapo in un viaggio esteriore e ora si trova di nuovo a correre rischi, ma per compiere un viaggio interiore stavolta.








Quando appare questa carta c’è l’indicazione che questo è un momento adatto per espandere la propria comprensione. Occorre anche imparare a fidarsi del cosmo e dell’intelligenza divina. 

A volte c’è di mezzo un sacrificio di qualcosa per qualcos’altro e occorre ricordare che alla fine si otterrà sempre qualcosa di valore superiore a ciò che si è sacrificato. 

A volte il monito con questa carta è di mollare le redini del controllo e arrendersi al volere divino e ai dettami del Sé Superiore, lasciando che le cose si sviluppino secondo regole diverse da ciò a cui siamo abituati – a volte persino opposte a ciò che per noi è normale. 

L’influenza di questa energia sulla propria psiche ricorda quella dell’evanescente ma spirituale Nettuno in transito sui pianeti personali, durante il quale tutto sembra avere valori capovolti e inversi per raggiungere finalmente un equilibrio – per esempio, se fino ad ora abbiamo prestato molta attenzione alla dimensione spirituale, ora ci troveremo a focalizzarci esclusivamente sul materiale e viceversa.





Parole chiave: Obblighi. A testa in giù. Completamento/Conclusione e Compimento. Serenità. Terra

 e Cielo. Trasfigurazione. Primavera e promesse di energie nuove. Inversione. Decisioni Sospese

. Umiltà e Modestia Coltivate. Una Nuova Prospettiva. Azione Rallentata. Limbo. Coscienza 

Cosmica. Illuminazione. Adattabilità. Generosità. Altruismo. Flessibilità. Chiudere col Passato. 

Calma. Un Apparente Stallo. Riflessione. Serenità. Misticismo. Devozione. Contemplazione.







Tratto dal libro I Tarocchi - La Voce dell'Inconscio disponibile su Amazon per kindle  al link di seguito:







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giovedì 18 agosto 2016

LE NOSTRE ORIGINI – UN’ALTRA STORIA MISTERIOSA









"Cosicché gli Elohim giacquero con le figlie degli uomini che accolsero il loro seme e diedero vita a dei figli che non erano né umani né Elohim: nacquero così i Nefilim ... I Nefilim crebbero e ben presto mostrarono la loro natura, ben superiore a quella dell'uomo"



Nella Genesi (Genesi 6:1-4) si legge:



« 1 Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla terra e nacquero loro figlie, 2 i figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle e ne presero per mogli quante ne vollero. 3 Allora il Signore disse: «Il mio spirito non resterà sempre nell'uomo, perché egli è carne e la sua vita sarà di centoventi anni».
4 C'erano sulla terra i Giganti (Nefilim) a quei tempi - e anche dopo - quando i figli di Dio si univano alle figlie degli uomini e queste partorivano loro dei figli: sono questi gli eroi dell'antichità, uomini famosi.


 Ci sono tre possibili interpretazioni per l'identità dei figli di Dio (o

 figli degli Dei = Elohim?). Storicamente (già dal libro di Enoch 
nel 200 a.C.), quella più comune è che sono degli angeli caduti. Infatti il termine 'figli di Dio' in ogni altro brano dell'Antico Testamento (Giob 1:6; 2:1; 38:7) significa 'angeli'.





LE NOSTRE ORIGINI GALATTICHE


In un recente post ho discusso di alcuni nostri predecessori super evoluti risalenti ai tempi predinastici spesso definiti Luminosi, The Shining Ones, conosciuti anche come ShemSuHor. La loro esistenza rappresenta uno dei tanti enigmi riguardo alla storia dell’umanità.

Per rimanere in tema, un altro enigma probabilmente connesso ma che resta forse privo di certezze assolute, ma le cui teorie sono sempre più insistenti, riguarda il passato galattico dell’umanità e la possibilità che gli esseri umani siano stati geneticamente modificati e migliorati da una o più razze galattiche scientificamente più avanzate. Persino uno studioso italiano in grado di tradurre Ebraico e Aramaico, traducendo letteralmente i cosiddetti testi sacri, si è accorto che ciò che dice la Bibbia non è esattamente ciò che ci lasciano intendere i nostri capi religiosi. Mi riferisco nella fattispecie a Mauro Biglino. E il coro di voci che si levano indignate contro l’ortodossia soffocante e ottusa e a favore di una verità che ci liberi dai dogmi intanto cresce.

L’articolo che segue tratta molto brevemente di queste tematiche ed ha scopo introduttivo, in quanto questo è un argomento molto vasto di cui, per una serie di motivi personali e accademici, mi occupo da decenni e che trovo molto affascinante, pur non insistendo di aver trovato, né di stare divulgando con questi post, verità assolute. Solo informazioni alternative.

Uno dei problemi dell’umanità è che ciascuno di noi tende ad indottrinare i propri figli già da quando sono piccoli, affinché essi facciano parte e vengano accettati dalla società e dalla religione in cui si trovano a crescere: Non esitiamo a riempire loro la testa di storie a dir poco meramente allegoriche, facendole passare per verità assolute – e facciamo questo prima che i nostri bambini abbiamo imparato a porre delle domande esistenziali, reprimendo questa sana e naturale capacità in un piccolo essere innocente in fase di sviluppo. Ciò potrebbe essere visto come crudele e sbagliato, ma a ciascuno il suo…

Fatto sta però che noi così cresciamo e tendiamo a passare di teoria in teoria, dimenticando che fare esperienza diretta di ciò in cui “si crede” dovrebbe essere l’unica via saggia e convincente verso la propria crescita ed il proprio sviluppo (stile “gnosi” del passato), complice anche il fatto che intorno a noi nella società occidentale non sembrano esserci a disposizione molte risposte sagge o intelligenti prontamente alla portata di tutti. Quelle che effettivamente esistono spesso vengono prontamente occultate o bollate come irragionevoli dai poteri dell’ortodossia, così spesso profondamente ottusi.

Questo processo vale anche per il progresso scientifico. Moltissime sono le menzogne tramandate e tenute vive affinché ciascuno scienziato si tenga stretto il proprio potere e consenso acquisito nella preziosa accademia ed è perciò raro che qualcuno vada contro l’ortodossia, perseguendo verità e ricerche alternative e potenzialmente scomode. Quindi anche le informazioni relative alle origini dell’umanità, inclusa la frottola di Darwin e dell’evoluzione umana dalle scimmie, viene tramandata ed insegnata nelle scuole senza vergogna, nonostante il cosiddetto “anello mancante” a cui non si sa dare una risposta convincente.

Il fatto è che noi umani siamo pigri, deleghiamo troppo e releghiamo troppo nell’inconscio; ancora troppe cose restano senza risposta. La storia che noi crediamo di conoscere è stata costruita a tavolino non solo da chi credeva di proteggerci, ma anche da chi, senza scrupoli, aveva interesse a pilotare l’umanità tenendola all’oscuro… Avendo sviluppato eccessivamente logica e raziocinio e quindi relegato in un angolino nascosto dell’inconscio l’enorme ruolo dell’intuizione a favore della logica, noi umani abbiamo anche involontariamente bloccato una fonte importante di informazioni circa le nostre vere origini.

La verità è che, se ci soffermiamo ad osservare il nostro comportamento, noteremo che tendiamo a manifestare la sindrome dell’abbandono, cioè ci comportiamo come orfani – e questa sindrome è motivata, visto che non sappiamo da dove veniamo e perché siamo qui. Siamo però bellicosi e bravissimi a combatterci l’un l’altro. Viene spontaneo chiedersi quale sia stato il modello che abbiamo seguito – in altre parole, da chi abbiamo imparato o ereditato tali dinamiche? Esistono delle fonti di informazione anche non ortodosse che possano illuminarci riguardo alle nostre origini, alla nostra storia? La risposta è sì e tali informazioni vengono principalmente dalle tavolette dei Sumeri e molte di queste informazioni sono state confermate anche dalle Genesi e dalla Bibbia, una volta interpretate.

In altre parole, esiste un’altra versione delle nostre origini oltre alle fandonie che ci raccontano da sempre, ma è quasi incredibile. In questo breve articolo presenterò alcune di queste teorie alternative, ma, come detto, non pretendo nemmeno per un istante di presentare verità assolute, bensì solo possibilità; se non altro, tali possibilità sono da considerarsi tanto valide quanto le storie che noi umani ci tramandiamo da generazioni e secoli (ignoranza riciclata?). Gli autori Zecharia Sitchin, Bart Ehrman, Mauro Biglino, Lyssa Royal e Gina Lake, con competenze diverse in ambiti diversi, hanno lasciato degli scritti e, insieme a molti altri, hanno qualcosa da dire in proposito. Una lista dei loro libri segue in fondo all’articolo per chi volesse approfondire l’argomento.

Se è vero che facciamo parte di un universo con oltre 100 miliardi di galassie e abitiamo un piccolo pianeta in un piccolo sistema solare all’interno di una piccola galassia, composta da un numero di stelle che varia tra i 200 e i 400 miliardi, non è naturale pensare, come ha fatto Giordano Bruno, che ci siano moltitudini di sistemi solari simili al nostro, con vita umanoide altrove e altrettante civiltà? Ciascuno decida per sé, ma intanto ecco una storia alternativa e molto controversa delle nostre potenziali origini.

Pare che gli esseri umani non si siano evoluti in modo naturale sulla Terra, ma che lo abbiano fatto grazie all’ingegneria genetica applicata ai primati che esistevano sul pianeta milioni di anni fa per migliorare ed evolvere la razza. Questi interventi genetici sono teoricamente stati applicati da intelligenze extra terrestri che avevano colonizzato il nostro pianeta, alcune in cerca di oro ed altri metalli che servivano sul loro pianeta di origine. Non volendo usare la propria manodopera tra i propri simili che continuavano a ribellarsi, pensarono ad un certo punto di evolvere il DNA dei primati trovati in loco, creando a tutti gli effetti dei lavoratori al loro servizio.

Prima di questi colonizzatori citati anche nei testi Sumeri, però, un’altra colonia di extra terrestri che oggi chiamiamo Pleidiani si era recata qui sulla Terra per sfuggire alle incessanti liti che avevano luogo sul loro sistema stellare di origine, cioè la costellazione della Lira. Il gruppo colonizzatore dei Pleidiani, trovando difficile adeguare il proprio corpo alla nostra atmosfera, aveva leggermente modificato il suo DNA inserendo una minuscola parte di quello dei primati terrestri trovati in loco. Dopo millenni di vita qui sulla Terra, i Pleidiani naturalizzati divennero effettivamente nostri cugini anche a livello genetico. Essi erano già partiti quando gli altri colonizzatori da Sirio e Lira arrivarono qui sulla Terra e mai interferirono attivamente con l’evoluzione della razza umana facendo esperimenti genetici di cui disapprovavano.

Può risultare senza dubbio scioccante apprendere che il DNA dei primati terrestri sia stato modificato per creare la razza umana, ma, se ci pensiamo bene, i nostri scienziati di oggi stanno da tempo giocando con la stessa tecnologia. Niente di nuovo sotto il sole quindi (tali padri, tali figli) e noi umani siamo solo una delle razze umanoidi presenti nella galassia infinita.

Secondo alcune teorie, persino l’anima individuale è codificata nel DNA geneticamente modificato; l’anima individuale è ciò che separa gli esseri umani dagli animali (che avrebbero più che altro un'anima di gruppo), eccezion fatta per delfini e cetacei, dotati anch’essi di anima individuale (o così dicono certe teorie). L’implicazione è che i nostri Padri Creatori (i nostri antichi Dei) ci abbiamo dotato di un’anima che i primati originari della Terra non avevano, creando a tutti gli effetti la razza umana da un processo di ibridizzazione (“Dio” ci ha creato a sua immagine e somiglianza letteralmente secondo queste teorie) che è continuato per migliaia di anni fino a quando la riproduzione tra alieni e umani fu resa possibile, rendendo così obsoleta la necessità di ulteriori interventi genetici. Fu così che l’evoluzione umana potè finalmente procedere in modo naturale attraverso la riproduzione (ved. citazione dalla Genesi riportata sopra). Se tutto ciò è vero, quindi, gli antichi “Dei” di miti e leggende, come discusso, non sono altro che i nostri creatori, i nostri fratelli/genitori alieni che ci hanno geneticamente modificato e poi lasciato/abbandonato a noi stessi sul pianeta Terra.

Come accennato sopra, questo processo di ibridizzazione e creazione di una razza umana avvenne per svariati motivi, alcuni poco nobili, alcuni dettati dal bisogno e dal desiderio di potersi reincarnare su un altro pianeta ospite diverso dal loro in futuro. Tutto sulla Terra è nato come un esperimento di creazione in cui gli scienziati extraterrestri hanno co-creato col Creatore, acquisendo, si spera, anche crescita spirituale nel frattempo. Chi ci ha creato ha certamente fatto degli errori da cui, ci si augura, ha imparato, ma qualsiasi cosa che è stata mai creata, come tutti sappiamo, ha una vita indipendente che ad un certo punto esce dal controllo di colui che la crea, così come accade con i nostri figli che mettiamo al mondo.

Anche noi creiamo, ma non sapremo mai se ciò che abbiamo creato sarà benefico – ciò che fa la differenza, a quanto pare, non è tanto l’intelligenza, quanto l’integrità e l’evoluzione spirituale di Creatore e creato. Difatti, lo sviluppo intellettuale non dà alcuna garanzia di sviluppo spirituale e a volte interferisce negativamente con quest’ultimo, purtroppo.

Ciascuno di noi deve decidere se vuole evolvere servendo anche la collettività o solo servendo i propri interessi; in questo modo, le motivazioni dietro ad ogni azione cambiano moltissimo. Comunque la si voglia guardare, la polarità, l’eterna battaglia tra bene e male, così imperante sul nostro pianeta, aiuta sempre a crescere e ad evolvere. Il pianeta Terra continua ad evolvere quindi e, una volta raggiunta la vibrazione della quarta e infine, tra moltissimo tempo, della quinta densità (non più fisica), pare che la polarità e quindi la sofferenza su questo pianeta sarà molto ridotta. Nel frattempo, occorre sapere che non siamo soli nel Cosmo (vedi le teorie dello scienziato Carl Sagan e di Giordano Bruno, mistico studioso bruciato al rogo dalla Chiesa nel 1600) e pare che moltissimi cugini e fratelli cosmici e galattici stiano tentando in svariati modi di aiutarci ad evolvere e a riparare ad alcuni dei danni che abbiamo fatto al nostro magnifico pianeta, ma senza interferenze attive, rispettando il nostro libero arbitrio (a patto di non diventare noi una minaccia per la galassia) e la necessità di imparare ad assumerci le nostre responsabilità, accettando le conseguenze di ciò che creiamo.

Per farla breve, diverse razze si sono storicamente nell’arco di millenni contese il dominio/controllo sulla Terra e sulla razza umana (specie coloro che provenivano da Lira e da Sirio), spesso contendendosi vari diritti e varie zone. I Pleidiani non hanno mai visto di buon occhio l’interferenza sulla Terra di queste due razze e, essendo nostri “cugini” e i primi colonizzatori galattici della Terra, mossi da buone intenzioni, spesso hanno tentato di proteggerci persino da noi stessi, a volte bloccando la nostra crescita e creando, anche se raramente, più danni che altro. I Siriani (rappresentati da uccelli e serpenti – ricordate il serpente che tenta Eva con la mela e le presenta la possibilità di scegliere l’acquisizione della conoscenza? Non era un serpente, bensì un Siriano che voleva aiutarci ad emanciparci!) e i Lirani (un ceppo di loro erano molto alti – da qui l’esistenza di cosiddetti mitici giganti e di ritrovati scheletri giganteschi umani di coloro che avevano ereditato tali caratteristiche), come ogni genitore saggio, tendevano invece a lasciarci sbagliare imparando dai nostri errori (http://lyssa.galactic.to/et_civilizations.html). 


 

(Donna Pleidiana contattata da Billy Meier - Semjase)


Alla fine i bellicosi colonizzatori dal sistema della Lira decisero di sparire, abbandonando la loro creazione e lasciando la neonata razza umana nelle mani dei Siriani e di altri.  Ai Siriani, o almeno alla maggior parte di loro, è sempre stata a cuore la nostra evoluzione (erano loro gli ShemsuHor o forse i Pleidiani?). Ciò che specie i Lirani ci hanno però lasciato in eredità, a parte la sindrome dell’orfano, è stata la tendenza alla lotta e al dominio. Ecco da chi abbiamo ereditato questa tendenza tipicamente umana che ancora non abbiamo imparato a trascendere.

I Pleidiani, i quali proprio dal sistema della Lira erano originariamente scappati per evitare tali lotte continue e per stabilizzarsi altrove, colonizzando prima la Terra e poi le Pleiadi, essendo con noi imparentati e fisicamente molto simili,  non hanno mai smesso di darci una mano, ma oggi lo fanno senza interferenze, nemmeno quelle a fin di bene.

La storia della saga galattica è molto più complessa di così; la versione appena presentata è semplificata e forse è solo una fantasia di qualcuno capace di leggere gli archivi Akashici (come facevano Edgar Cayce e Rudolf Steiner), però una fantasia che ricorre, proviene da fonti diverse e che a qualcuno sembra una storia familiare che ha un senso, una storia convincente che sembra avere il suo perché. I libri citati in fondo all’articolo possono fornire ulteriori informazioni. Altre se ne trovano cercando ciascuno le fonti che trova più convincenti. Prendere, lasciare o considerare quanto detto sopra una favola. A ciascuno il suo. Spero almeno di aver fornito una lettura gradevole e interessante – questo articolo non aveva ambizioni diverse da questa.

Buona lettura a coloro che decideranno di approfondire con le letture segnalate di seguito!



 







































mercoledì 17 agosto 2016

I Tarocchi - La Voce dell'Inconscio: Carta XI La Giustizia

Arcani Maggiori - La Giustizia




Un modo per comprendere come funzionano i Tarocchi è di vederli come simboli di Archetipi Universali che esistono nella mente inconscia di tutti e quindi nell’inconscio collettivo. Le carte pongono i riflettori su alcuni archetipi piuttosto che su altri, poiché essi sono particolarmente attivi nella psiche e nella vita di chi consulta le carte in quel momento o periodo.



Non si tratta, quindi, di leggere nelle carte un destino ineluttabile, bensì di scegliere con più saggezza e capire ed esplorare sé stessi in profondità.

 

IL MODO MIGLIORE PER PREVEDERE IL FUTURO è CREARSELO!



Comprendendo meglio la nostra situazione attuale, potremo in teoria dirigere al meglio gli eventi futuri che risultano dalle nostre decisioni più sagge che possiamo prendere oggi con riflessività e con l’aiuto delle carte. La prevedibilità delle nostre azioni e reazioni è solo direttamente proporzionale alla nostra mancanza di consapevolezza, di autoanalisi e di riflessione. 


I Tarocchi,  essendo la voce del nostro Inconscio e Superconscio, non servono tanto a predire il futuro, quanto ad aiutarci a capire noi stessi e il libro da cui sono tratti gli articoli che pubblicherò per i prossimi post (link sotto) ne illustra usi e funzioni.



Ma prima di procedere, è opportuno esplorare una lecita domanda.

Quando è opportuno usare i Tarocchi per sé stessi? Per trovare una risposta a domande dirette e non troppo emotive, per comprendere aspetti di una situazione che ci sfuggono, per crescere o imparare a considerare altri punti di vista o altri percorsi e modi di agire.


Chiarito ciò, procediamo con la conoscenza degli Arcani Maggiori, in questo post conoscendo la carta numero 11, la carta della Giustizia, la decima tappa del nostro eroe/viandante che affronta gli archetipi in questione, intraprendendo il suo viaggio coraggioso attraverso tutte le tappe dei 22 Arcani Maggiori e quindi illustrando le sue fasi di crescita.


Carta 11: La Giustizia. Ora che il Matto ha dovuto fare i conti con la casualità e l’arbitrarietà della vita, si trova anche a riflettere sulla struttura più armoniosa ed equilibrata della vita. Le lezioni del karma sono qui enfatizzate ed è molto importante imparare che davvero le nostre azioni hanno delle conseguenze e che siamo chiamati ad essere responsabili delle conseguenze delle nostre azioni, sia civilmente che penalmente. Esiste un sistema di giustizia al mondo, anche se il sistema è molto imperfetto. Il segno dell’armonia, dell’equilibrio e della giustizia è quello della Bilancia ed è alla Bilancia che viene associata questa carta.



Le illustrazioni qui usate derivano dal mazzo più popolare, venduto e diffuso di tutti i tempi, cioè il mazzo Rider Waite Smith. Link per visionare ed eventualmente acquistare questo ed altri mazzi di Tarocchi si trovano alla pagina preposta di questo stesso blog a questo link: 





 CARTA 11 LA GIUSTIZIA




Questa carta di solito appare quando devono essere considerati diversi fattori per giungere ad una decisione ragionata e saggia. E’ una carta di equilibrio e calma e richiede esame di coscienza e la capacità di considerare il punto di vista dell’altro prima di compiere una scelta morale. 

Il fair play è decisivo anche perché spesso si tratta proprio di questioni legali da affrontare. Con questa carta normalmente tutto andrà per il meglio e la giustizia prevarrà salvo imprevisti, specialmente se appare anche l’Arcano del Giudizio. Se abbiamo agito ingiustamente, presto verremo chiamati a renderne conto e ad affrontare le conseguenze. Questa è la carta naturale di tribunali, avvocati, giudici e autorità legali.


Una delle quattro nobili virtù, il senso della Giustizia, cristianamente inteso (ma che va ad integrarsi perfettamente anche con il dovere civico) è quello che impegna ogni singolo fedele a tenere, nei confronti del suo prossimo, chiunque sia, un comportamento che risponda alla giustizia, all’onestà, alla correttezza e che, fondamentalmente, segue la direttiva  cristiana “non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te”.


Essendo come discusso una delle quattro virtù, la Giustizia è molto spesso associata al segno della Bilancia, all’equilibrio e all’armonia e la bilancia fisica è il simbolo associato alla Giustizia anche nelle corti dei tribunali. Questa carta appartiene all’elemento aria, ad equilibrio, armonia e al potere dell’intelletto. Atena, saggia dea Greca, usava il potere dell’intelletto persino nelle strategia di guerra, cosa che preferiva alla forza bruta. Protettrice degli eroi, Atena era venerata per la sua intelligenza prudente. In una gara contro Poseidone (Nettuno) in cui si doveva decidere quale dio stesse offrendo la cosa più utile per l’umanità, Atena vinse e una intera città, Atene, prese il nome in suo onore. Alla fine, il dono di Atena per gli umani che fu giudicato il più prezioso e benefico per loro fu l’ulivo, utile per i suoi frutti, per l’olio e la sua legna con cui creare fuochi e costruire abitazioni.


Themis o Temi, una figura mitologica greca, era la Dea della giustizia. Il significato del nome Temi è "irremovibile", e forse per questo motivo questa figura mitologica fu considerata non tanto una dea, quanto la personificazione dell'ordine, della legge, della giustizia e del diritto, tanto che si usava invocarla nel momento in cui qualcuno doveva prestare un giuramento.






La Giustizia insegna al Matto a discriminare e a valutare prima di prendere decisioni impersonali. Il Matto a questo punto del suo viaggio deve imparare a risolvere i suoi problemi in modo imparziale, cioè a soppesare, equilibrare e ragionare in modo razionale, prendendo in questo modo le sue decisioni. Occorre applicare fair play e ragione, evitando di cadere in tranelli emotivi. La natura però purtroppo non è sempre ragionevole o giusta, sebbene l’ideale di giustizia sia e resti tra i più nobili coltivati dall’essere umano.


Quando si estrae questa carta, il messaggio è quello di soppesare tutti i fattori, di trovare soluzioni eque e razionali, prive di emotività. Questo è un momento dove la razionalità ha la meglio. Occorre mantenere una mente lucida, razionale ed equilibrata in questo frangente

A volte è opportuno applicare compassione e grazia, persino una dose caritatevole. Occorre solo stabilire se quella che ci si trova ad affrontare è la situazione più adatta al raziocinio o alla compassione.


Parole chiave: Imparzialità. Pietà e Misericordia. Risolutezza. Giudizio. Integrità. Percezione. 

Autovalutazione. Buon senso. Logica. Giustizia Spirituale. Equilibrio ed Armonia. Decisione Giusta 

ed Equilibrata. Controversie. Causa Civile. Risultato Equo. Questioni legali. Armonia. Equilibrio. 

Giustizia. Neutralità. Imparzialità. Integrità. Esame di Coscienza. Visione Chiara. Senso delle 

Proporzioni. Il potere dell’Iintelletto. Strategia. Controversie Legali. Contratti. Accordi. 








Tratto dal libro I Tarocchi - La Voce dell'Inconscio disponibile su Amazon per kindle  al link di seguito:






  

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