Arcani Maggiori - Il Diavolo
Un modo per comprendere come funzionano i Tarocchi è di vederli come simboli di Archetipi Universali che esistono nella mente inconscia di tutti e quindi nell’inconscio collettivo. Le carte pongono i riflettori su alcuni archetipi piuttosto che su altri, poiché essi sono particolarmente attivi nella psiche e nella vita di chi consulta le carte in quel momento o periodo.
Non si tratta, quindi, di leggere nelle carte un destino ineluttabile, bensì di scegliere con più saggezza e capire ed esplorare sé stessi in profondità.
IL MODO MIGLIORE PER PREVEDERE IL FUTURO è CREARSELO!
Comprendendo meglio la nostra situazione attuale, potremo in teoria dirigere al meglio gli eventi futuri che risultano dalle nostre decisioni più sagge che possiamo prendere oggi con riflessività e con l’aiuto delle carte. La prevedibilità delle nostre azioni e reazioni è solo direttamente proporzionale alla nostra mancanza di consapevolezza, di autoanalisi e di riflessione.
I Tarocchi, essendo la voce del nostro Inconscio e Superconscio, non servono tanto a predire il futuro, quanto ad aiutarci a capire noi stessi e il libro da cui sono tratti gli articoli che pubblicherò per i prossimi post (link sotto) ne illustra usi e funzioni.
Ma prima di procedere, è opportuno esplorare una lecita domanda.
Quando è opportuno usare i Tarocchi per sé stessi? Per trovare una risposta a domande dirette e non troppo emotive, per comprendere aspetti di una situazione che ci sfuggono, per crescere o imparare a considerare altri punti di vista o altri percorsi e modi di agire.
Chiarito ciò, procediamo con la conoscenza degli Arcani Maggiori, in questo post conoscendo la carta numero 15, la carta del Diavolo, quindicesima tappa del nostro eroe/viandante che affronta gli archetipi in questione, intraprendendo il suo viaggio coraggioso attraverso tutte le tappe dei 22 Arcani Maggiori e quindi illustrando le sue fasi di crescita.
Carta
15: Il Diavolo. Qui il Matto si trova a fare un tuffo
profondo nella propria oscurità, attraverso i propri complessi, le convinzioni
limitanti ereditate da famiglia e società e che ci plasmano fin da piccoli e
condizionano e limitano la nostra vita. Occorre affrontare la propria
ignoranza, le proprie passioni non controllate, persino le ossessioni, il
fanatismo, la propria negatività, la co-dipendenza, il proprio credo malriposto
e dubbi ed incertezze che ci siamo autoimposti e da cui dobbiamo liberarci.
Tradizionalmente, questa carta è associata all’ambizioso segno del Capricorno.
L’archetipo è quello dell’oscurità, del proprio lato oscuro, del diventare
consapevoli delle proprie proiezioni, di ciò che ci risulta più facile vedere
negli altri che in noi stessi.
L'illustrazione che introduce la carta qui di seguito deriva dal mazzo più popolare, venduto e diffuso di tutti i tempi, cioè il mazzo Rider Waite Smith. Link per visionare ed eventualmente acquistare questo ed altri mazzi di Tarocchi si trovano alla pagina preposta di questo stesso blog a questo link:
CARTA XIV IL DIAVOLO
A volte questa carta
mostra il sentirsi intrappolati in una situazione opprimente che abbiamo
contribuito a creare, magari accettando troppi impegni senza delegare, oppure
rifiutando di lasciar andare una relazione malsana che ci rende infelici.
Siamo capaci di mollare quando non siamo
felici o ci ostiniamo a rimanere legati alle nostre fantasie o dipendenze
malate da relazioni, denaro, possedimenti materiali o da qualsiasi altra cosa?
La nostra paura e il pensiero negativo potrebbero davvero limitare ed
intralciare la nostra vita e il Diavolo ci porta ad affrontare i nostri demoni
interiori.
Cerchiamo di capire
dove è giunto il viaggio del Matto, che si fa sempre più difficile ed è
costellato di figure non esattamente amorevoli o armoniose come quelle
incontrate nella prima parte del suo viaggio. Dopo essere stato privato di ogni
pretesa o credenza assurda dalla Morte, il Matto, ormai nell’inquietante regno
dell’Ade, nonché nel suo profondo inconscio, viene condotto tremante davanti al
Diavolo.
L’immagine del Diavolo ricorda il dio Pan, metà capra e metà umano, un
dio dalla sessualità sfrenata e dalla natura selvatica. Pan nacque dall’unione
di Ermete con una ninfa e il suo aspetto era così ripugnante che la madre lo
abbandonò. Quindi Ermete lo portò nell’Olimpo, dove gli altri dei lo schernirono
e lo bandirono nel regno di Arcadia a pascolare, lontano dagli dei. In Arcadia,
però, Pan era felice e godeva di grande abbondanza, fertilità e creatività e i
Greci lo veneravano come dio fertile, sebbene egli personificasse gli istinti
primitivi e primordiali insiti nell’essere umano.
Fu in realtà l’avvento del
Cristianesimo a relegare Pan all’inferno nelle vesti del Diavolo. Istinti ed
impulsi naturali nell’essere umano non potevano essere accettati come parte
integrante della vita; gli esseri umani impararono così a vergognarsi dei
propri istinti che iniziarono a considerare bestiali, anche se erano parte
integrante della creazione, e quindi tali istinti furono rigettati e proiettati
su una figura satanica di pura invenzione Cristiana e Cattolica. Ma in realtà una
volta questa figura era positiva, essendo il benevolo, abbondante, naturale e
sensuale dio Pan che rappresentava gli istinti naturali di tutti gli esseri
umani.
In sintesi, Il Diavolo
insegna al Matto ad accettare tutti gli aspetti della sua natura, anche quelli
oscuri e apparentemente meno piacevoli.
Il
Diavolo rappresenta il blocco e la repressione di paure ed emozioni ma, una
volta rimossa tale repressione, si può fare spazio ad una enorme quantità di
energia positiva. L’energia è neutrale e diventa positiva o negativa solo a
seconda di come viene incanalata. In altre parole, il “diavolo” in noi va
affrontato con onestà e coraggio per essere integrato e per incanalare verso
scopi positivi le sue energie altrimenti represse.
Nella terminologia
Junghiana si parla di affrontare le proprie ombre, il proprio lato oscuro, ciò
che è più facile proiettare sugli altri di quanto lo sia accettarlo come parte
integrante della propria psiche. Se siamo preparati ad accettare il nostro lato
meno edificante, però, imparando ad avere compassione per noi stessi e quindi
per gli altri, il senso di accettazione sostituirà finalmente l’eterno e
controproducente senso di colpa che ci può attanagliare e impareremo anche
finalmente che siamo tutti composti da luci ed ombre, da positivo e negativo, e
diventeremo totalmente umani con limiti ma anche con sani istinti umani e non
bestiali. Abbiamo, anzi, un grande potenziale inesplorato che invece di essere
represso, può in realtà essere visitato, coltivato e sviluppato.
In un consulto, la
presenza della carta del Diavolo indica che se i blocchi e le inibizioni che
bloccano il nostro sviluppo possono essere prima affrontati e poi rimossi,
progresso e grande crescita personale saranno più che possibili. La repressione
implica che un enorme quantitativo di energia è bloccato nello sforzo di
reprimere. Il Diavolo indica che tale energia può essere liberata ed usata per
scopi molto più sani, edificanti e salutari.
Da ciò che è apparentemente negativo può in realtà nascere qualcosa di infinitamente bello se si indirizzano diversamente le proprie energie.
Parole
chiave: Il Dio Pan. Angelo Caduto. Prova di Forza. Test e Tentazioni.
Progresso. Ombra/Lato
Oscuro. Trasformazione. Sentirsi Intrappolati. Legami
Emotivi di Co-dipendenza. Ossessioni.
Superficialità. Confusione. Crescita
Psicologica. Dipendenze Malsane. Autodisciplina. Pessimismo.
Oscurità.
Cupidigia. Paure. Fissazioni. Complessi. Vanità. Egoismo. Schiavitù.
Indulgenza.
Dipendenza. Vizio. Paure Represse. Tallone di Achille.
Tratto dal libro I Tarocchi - La Voce dell'Inconscio disponibile su Amazon per kindle al link di seguito: